Prendi il denaro nelle tue mani – 1a puntata

Di David Di Luca

Essere ricchi non significa necessariamente girare con la Rolls Royce o farsi la quinta casa alle Antille. Si tratta, molto semplicemente, di quanto entra e quanto esce. Se guadagnate mille euro al mese e ne spendete milleduecento, siete poveri. Se ne incassate diecimila, ma ne escono dodicimila, siete ancora più poveri. Se le vostre entrate sono di un milione di euro al mese, ma le uscite assommano a un milione e duecentomila euro mensili, potete crederci o no, ma siete dei poveracci assillati dai debiti.

Questa affermazione vi sorprenderà. Cionostante, se ci riflettete, è verissima. Tutto si riduce a quello che in gergo si chiama cashflow o, per usare un termine più terra terra, flusso di cassa. Insomma, ciò che rimane quando avete pagato le spese.

Il gioco in effetti si chiama AUMENTA IL TUO CASHFLOW. Per fare questo, ci sono essenzialmenet due modi: (a) aumentare le entrate (b) diminuire le uscite. In emtrambi i casi è utile prendere coscienza dei vostri movimenti di denaro. E qui può essere utile la mia storia personale, che somiglia alla fine a quella di molti di noi.

Ho cominciato  a lavorare alla radio a ventitrè anni. In reltà ero nel settore da moltissimo tempo, ma finora nessuno mi aveva mai pagato per chacchierare e mettere dischi. Adesso, invece, ero un “professionista”. In realtà, mi davano meno che a una donna delle pulizie, e avevo dovuto aprire partita Iva, quindi lavoravo senza ferie e senza indennità di malattia. Però, diciamolo, non avrei mai pensato di guadagnare soldi facendo quello che mi piaceva. Poi lavoravo molto, quindi alla fine intascavo una cifra non malvagia.

Ero gasato, insomma, e qui cominciarono i problemi. Mi piacevano le focacce ripiene e i fumetti. Già prima mi ci giocavo la paghetta, restando magari senza una lira a metà settimana. Adesso poi che avevo qualcosa che popmposamente chiamavo “stipendio” cominciai a spendere a piene mani. Sparivano anche i soldi che, essendo libero professionista, l’azienda mi anticipava per pagare le tasse.

Fortuna che c’era mia madre a togliermi le castagne dal fuoco. Ovvero, nel caso specifico, a prestarmi i soldi che mi mancavano.  Che bello! Avrei potuto tranquillamente  continuare a spendere. A un certo punto, però, la brava donna si ruppe le scatole e mi presentò il conto. Le dovevo una cifra immane, e aveva tutta l”intenzione di riprendersela.

Così, mi sequestrò il libretto di risparmio. Visto che non sapevo gestirmi, saremmo tornati a qualcosa di molto simile alla paghetta.Potete facilmente immaginare la mia disperazione. Addio focacce! Addio fumetti! Per qualche giorno me ne andai in giro con il muso,  senza che peraltro mia madre si commuovesse minimamente. Poi, ebbi qualcosa che posso soltanto chiamare illuminazione. Mi resi conto che alla fine non era così vero che non potevo più soddisfare le mie passioni.

I City Angels incontrano i gay milanesi: “Siamo dalla vostra parte, contro l’intolleranza”

Fonte: City Angels

E’ da due mesi e mezzo che i City Angels collaborano con la comunità gay milanese, in particolare con i gestori e i clienti dei locali di via Sammartini, la “gay street” a ridosso della Stazione Centrale. Lo scorso 16 giugno ci fu una sassaiola, con due feriti e quattro auto danneggiate, contro alcuni locali gay. Alcuni omosessuali, allarmati, proposero di dare vita a ronde gay per l’autodifesa. Altri si rivolsero ai City Angels, che hanno la base operativa in galleria Tonale, a 50 metri da via Sammartini. Da allora, ogni sera, percorrono via Sammartini e scambiano informazioni con i presenti.
Per rinsaldare ulteriormente il legame tra comunità gay e City Angels un leader omosessuale storico, Felix Cossolo, titolare dell’Afterline di via Sammartini 25, ha organizzato nel suo locale una serata per conoscere meglio i City Angels: venerdì 4 settembre alle ore 21. Saranno presenti Mario Furlan, fondatore degli Angeli, e alcuni suoi volontari. Mario e un gruppo di Angels sono sulla copertina del numero di settembre del mensile nazionale Gay Clubbing, che ospita un’intervista allo stesso Furlan. “Essendo noi un’associazione antirazzista non possiamo che essere dalla parte dei gay che subiscono violenze ed emarginazione” dichiara il fondatore degli Angels.
L’intesa tra gay ed Angeli non si limita a Milano. A Roma, in seguito all’accoltellamento di un ragazzo omosessuale lo scorso 23 agosto, i City Angels stanno collaborando con l’Arci Gay per presidiare alcuni punti considerati “a rischio”.

Colite ulcerosa, la soluzione arriva da un microbo

Fonte: www.naturaebenessere.it

Milioni di italiani soffrono di colite ulcerosa, una malattia infiammatoria cronica, particolarmente fastidiosa e debilitante, che colpisce l’intestino crasso. Nuove ricerche hanno dimostrato che l’uso di certi microbi può risultare decisiva nella cura di questa patologia. Si tratta una forma geneticamente modificata del batterio Bacteroides ovatus, un microbo che fa parte della flora intestinale. A contatto con uno zucchero, lo xilano, il batterio rilascia, direttamente nelle cellule danneggiate che rivestono le pareti intestinali, la proteina KGF-2 che porta alla riduzione del sanguinamento e dell’infiammazione delle pareti intestinali. Il metodo è stato sperimentato da scienziati britannici e i risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista “Gut”.

Tumori, scoperto il ruolo delle ciglia nelle cellule malate

Fonte: www.naturaebenessere.it

Due studi americani, pubblicati sulla rivista “Nature medicine”, esaminano un aspetto finora sconosciuto dello sviluppo dei tumori, ovvero l’implicazione delle cosiddette “ciglia”, appendici lunghe e sottili che si estendono dalla superficie di molte cellule. Le ciglia, ad esempio, sono presenti nella maggior parte delle cellule cancerogene del tumore al seno e attraverso esse viaggiano i segnali, compresi quelli delle proteine della famiglia Hedgehog, importanti nello sviluppo embrionale, e anche in quello dei tumori. In sostanza, in alcuni casi la rimozione delle ciglia blocca la formazione della neoplasia.

L’indice di massa corporea non è oro colato

Fonte: www.naturaebenessere.it

Non è un numero che si conosce a memoria come quello del proprio cellulare, ma l’indice di massa corporea, ovvero il rapporto tra peso e altezza di un essere umano, da cui si valuta il grado di magrezza, è onnipresente in tutte le carte del rischio cardiovascolare. Ora però un gruppo di esperti, sulla rivista “Circulation”, pubblica un appello per ricordare che l’indice non è tutto e che bisogna sforzarsi di andare un po’ al di là del numero per valutare meglio le condizioni fisiche e il reale rischio di ciascuno.

L’indice si calcola semplicemente: basta dividere il peso per il quadrato dell’altezza. Però, fanno sapere gli esperti, non distingue fra la massa grassa, che è associata a rischi per la salute come il diabete di tipo due, l’ipertensione o il colesterolo, e quella magra, che invece riduce i pericoli. Soprattutto, non dice nulla della distribuzione del grasso corporeo: sappiamo però che quello realmente dannoso si concentra sul girovita. Focalizzarsi solo sull’indice di massa corporea per valutare il rischio di mortalità, com’è stato fatto finora dalla maggioranza dei casi, rischia di far perdere di vista il quadro generale.