>Le tecniche della PNL: lo Swish…

Un guest post di Giancarlo Fornei, www.giancarlofornei.com

Foto di Giancarlo ForneiLo Swish, tradotto in italiano“scozzata”, è una delle tecniche di PNL che prediligo personalmente per ottenere dei cambiamenti nelle persone in tempi molto veloci.

Molto utile per modificare un comportamento che non piace e renderlo funzionale all’obiettivo che si vuole.

Ho utilizzato la tecnica per eliminare spesso foto e/o immagini che davano noia alle persone.

Lo swish fa uso delle sottomodalità  e consiste in una particolare visualizzazione alternata dello “Stato problema” con lo “Stato desiderato”,fino ad automatizzare il comportamento voluto.

Più è veloce questa alternanza, questa sostituzione dell’immagine dello stato, meglio funziona lo swish.

In pratica, lo swish cambia il percorso in cui il nostro cervello va in“automatico”. Con l’uso della tecnica è come se gli dicessimo: per favore, vai da quest’altra parte anziché da quella.

In questo modo, insegniamo al nostro cervello a reindirizzarsi verso qualcosa di piacevole, di più bello.

Sino a far in modo che diventi un nuovo automatismo e, il cervello, lo farà da solo. In automatico, appunto.

Uno dei migliori libri che ho letto sull’uso delle sottomodalità nella Programmazione Neuro-Linguistica è “Usare il cervello per cambiare”, diRichard Bandler.

Nel nono e ultimo capitolo del libro, Bandler afferma testualmente: “Lo schema della scozzata direziona il cervello. Gli esseri umani hanno la tendenza a evitare ciò che è spiacevole, e andare verso ciò che è piacevole”.

Giancarlo Fornei
Formatore Motivazionale, Scrittore & Mental Coach
“Il Coach delle Donne”

Be the change you want to see in the world

By David Di Luca, www.riassumendo.com

Obviously the title is not mine. It was supplied by the  Mahatma Gandhi. We all want the world to change, don’t we? For example, we don’t want people to park on the crosswalks. Or to bully. We would like that the air was  not so polluted. etc..

The point is that if we expect the others to change, we could wait a lot of time. The others will not change. At least not by themselves. You must be the one who decides to change. The first to not park on the strips. The first not to bully, to practice honesty and solidarity. The first not to pollute, as far as we can.

Is it complicated? Certainly. Nobody said it was easy, orthat you can do it tomorrow morning. But we can become the change we want to see in the world. If enough people decide to do so is most likely that the world will really change.

La citazione: Leon Battista Alberti

Per approfondire, potete scaricare il Pdf completo del Della Famiglia da LiberLiber.it oppure leggerlo in html su Pelagus.org

 Adunque io quanto al tempo cerco adoperarlo bene, e studio di perderne mai nulla. Adopero tempo quanto piú posso in essercizii lodati; non l’adopero in cose vili, non spendo piú tempo alle cose che ivi si richiegga a farle bene. E per non perdere di cosa sí preziosa punto, io pongo in me questa regola: mai mi lascio stare in ozio, fuggo il sonno, né giacio se non vinto dalla stracchezza, ché sozza cosa mi pare senza repugnare cadere e giacere vinto, o, come molti, prima aversi vinti che certatori.

Leon Battista Alberti

Ho scoperto il “Della famiglia” di Leon Battista Alberti (Biografia su Wikipedia) durante le mie disordinatissime letture, e devo dire che sono rimasto stupito di quanto anche nel Cinquecento ci fosse già gente che si interessasse alla pianificazione del tempo. In genere questo testo viene considerato un “mattone”,  e in effetti la lingua in cui è scritto è un tantino ampollosa. Ma ne vale veramente la pena, perchè Alberti analizza i fattori che rendevano (e rendono?) le famiglie forti e prospere. Nel mezzo, ci sono tante bellissime lezioni di management e, perchè no, anche di psicologia pratica.

Pnl nel ‘500: gli “Esercizi spirituali” di Ignazio di Loyola

Oggi faccio un post un po’ fuori dall’ordinario, ma solo in apparenza. Sapevate che qualcuno aveva già inventato la Pnl nel Cinquecento? Si tratta di Ignazio di Loyola, fondatore dell’ordine religioso dei Gesuiti.
Se leggete la biografia di Loyola, scoprirete che, al di là della religione, può essere definito un manager ante litteram. Dal nulla, costruì una delle istituzioni che ad oggi è una delle più potenti del mondo. Magari in un prossimo post parleremo anche di questo.
Qui invece ci interessa l’opera principale di Loyola, che sono gli “Esercizi Spirituali. Il titolo vi dovrebbe già accendere una lampadina. Loyola scrisse questo libretto come programma, oggi diremmo, di “training”, per i membri del suo ordine, ma anche per tutti coloro che desiderassero rafforzare la loro fede.
Come raggiunge questo obiettivo Loyola? Facendo usare i cinque sensi per costruirsi mentalmente delle scene. Cioè, chi legge viene invitato a immaginare, per esempio, le pene che attendono nell’aldilà coloro che peccano, oppure di dialogare con Gesù, con la Madonna ecc. Non solo: invita a farlo con la maggiore precisione possibile (vi ricorda qualcosa???). Invita insomma a non limitarsi a *pensare* di dialogare con il Cristo, ma di *immaginarselo*, concentrandosi sui tratti del viso, sulla sua espressione, sulla sua figura. Lo stesso per l’inferno: non ci si limita a pensarlo, ma lo si *vede”, con tanto di colori, suoni, perfino odori.
Insomma, ognuno poi sulla religione potrà avere la sua opinione, ma resta il fatto che si tratta sicuramente di un grande leader, che in questo caso poi ci può essere utile per capire meglio come funziona la nostra mente.